Diabete 2, aumentare l’introito di carboidrati integrali di alta qualità può ridurre il rischio

Un maggiore apporto di carboidrati come per esempio cereali integrali, verdure, frutta e fagioli, si associa a una riduzione del rischio di diabete di tipo 2.

Un maggiore apporto di carboidrati di alta qualità (Hqc), ossia interi o minimamente trasformati come per esempio cereali integrali, verdure, frutta e fagioli, si associa a una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 (T2D), almeno secondo quanto conclude uno studio presentato a Nutrition Live Online 2020, una conferenza virtuale ospitata dall’American Society for Nutrition svoltasi dall’1 al 4 giugno scorso.

Kim Braun, del Centro medico dell’Università Erasmus di Rotterdam, Paesi Bassi, e colleghi hanno usato i dati del questionario sulla frequenza alimentare delle 69.949 donne partecipanti al Nurses Health Study, delle 90.239 donne del Nurses’ Health Study 2 e dei 40.539 uomini dell’Health Professionals Follow-up Study per valutare l’associazione tra rischio di T2D e quantità e qualità dei carboidrati, identificando nelle tre coorti 11.872 casi di T2D. Dall’analisi statistica emerge che la sostituzione del 5% di energia da grassi saturi con il 5% di energia da carboidrati di bassa qualità (Lqc) come pane bianco, dolci, bibite, e altri alimenti altamente trasformati o raffinati, si associa a un rischio maggiore di T2D. Viceversa, la sostituzione della medesima quota di grassi saturi con Hqc correla con un rischio inferiore di T2D, mentre non si osserva alcuna associazioni tra rischio di T2D e la sostituzione isocalorica di altri macronutrienti con Lqc. Ma non solo: il rischio di T2D si abbassa anche in caso di sostituzione isocalorica con Hqc quando i nutrienti sostituiti sono grassi monoinsaturi o polinsaturi, grassi trans oppure proteine animali e vegetali. «Il rischio di T2D aumenta solo quando ai grassi saturi si sostituiscono carboidrati di bassa qualità. Questi risultati evidenziano l’importanza di valutare la qualità dei carboidrati assunti quando si esamina il rischio di diabete» scrivono i ricercatori. E Braun conclude: «Condurre ulteriori studi in persone con diversi background socioeconomici, etnie ed età fornirà informazioni su come questi risultati siano eventualmente generalizzabili».

Nutrition Live Online 2020
https://www.eventscribe.com/2020/ASN/fsPopup.asp?Mode=posterinfo&PosterID=275199

 

Fonte: Doctor33

fonte:

Doctor33

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