Diabete di tipo 2, benefici cognitivi con un miglior controllo glicemico

Gli adulti con diabete di tipo 2 che hanno migliorato i livelli glicemici durante un intervento intensivo sullo stile di vita hanno ottenuto benefici nei punteggi dei test cognitivi dopo dieci anni di follow-up.

Gli adulti con diabete di tipo 2 che hanno migliorato i livelli glicemici durante un intervento intensivo sullo stile di vita hanno ottenuto benefici nei punteggi dei test cognitivi dopo dieci anni di follow-up, mentre le associazioni con la perdita di peso sono risultate contrastanti. Sono i risultati dello studio Look AHEAD pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism.

«È risaputo che una diagnosi clinica di diabete è associata a un rischio più elevato di demenza in età più avanzata» ha dichiarato il, primo autore Owen Carmichael, professore e direttore di imaging biomedico al Pennington Biomedical Research Center di Baton Rouge in Louisiana. «Il diabete è una malattia gestibile che vanta molte opzioni terapeutiche. Molte persone sono in grado di modificare il proprio stile di vita, ricevere cure mediche e tenere sotto controllo la glicemia. Ci siamo chiesti quanto tenere il diabete sotto controllo riducesse il rischio di demenza e se i danni cerebrali fossero permanenti».

Il trial Look AHEAD
I ricercatori hanno analizzato i dati di adulti di età compresa tra 45 e 76 anni con diabete di tipo 2 e sovrappeso o obesità che partecipavano allo studio controllato e randomizzato Look AHEAD, che ha confrontato un intervento sullo stile di vita intensivo con le cure standard, con un follow-up a lungo termine. L’arruolamento è iniziato nel 2001 e gli interventi sono terminati nel settembre 2012 (con una durata media di 9,9 anni).

I ricercatori hanno condotto da due a tre valutazioni cognitive su oltre mille adulti che avevano partecipato a uno dei tre trial accessori: il Look AHEAD Movement and Memory Study, il Look AHEAD Brain MRI study e il Look AHEAD Continuation study. L’apprendimento verbale e la memoria sono stati valutati con il Rey Auditory Verbal Learning Test. La velocità di elaborazione e la memoria di lavoro con il test Digit Symbol Coding, la funzione esecutiva con il Test Stroop Color and Word modificato e con il Trail Making Test – Parte B, mentre il funzionamento cognitivo globale è stato misurato tramite il Mini-Mental Status Exam modificato.

Ne è emerso che i miglioramenti più marcati dei livelli glicemici a digiuno erano associati a migliori punteggi cognitivi nel Rey Auditory Verbal Learning Test (p=0,0148) e nel test Digit Symbol Coding (p=0,036). È stata inoltre osservata un’associazione tra il miglioramento dell’emoglobina glicata (HbA1c) e il test Digit Symbol Coding (p=0,0477).

Associazioni miste per la perdita di peso
I ricercatori hanno anche scoperto che la perdita di peso aveva associazioni miste con i punteggi cognitivi. Una maggiore riduzione dell’indice di massa corporea (BMI) durante il follow-up in Look AHEAD è stata associata a un punteggio medio più basso durante il follow-up del Rey Auditory Verbal Learning Test (p=0,0053) ed era associata a punteggi migliori nel Digit Symbol Coding tra i partecipanti con sovrappeso, ma non obesi, al basale (p=0,01). Hanno notato che le associazioni erano più forti tra i soggetti in sovrappeso rispetto agli obesi al basale, così come tra quelli con una storia di malattie cardiovascolari al basale.

«Abbiamo ipotizzato che seguire tutte le raccomandazioni, cioè aumentare l’attività fisica, perdere peso e controllare la glicemia, avrebbero migliorato le funzioni cognitive, ma non è risultato del tutto vero» ha detto Carmichael. «Abbiamo rilevato che più si abbassava la glicemia, migliore era la funzione cognitiva, mentre la perdita di peso dava risultati misti. Le persone che hanno perso più peso hanno ottenuto punteggi migliori in alcuni test e punteggi peggiori negli altri».

A suo parere i risultati relativi all’obesità potrebbero suggerire che alcuni interventi potrebbero essere stati troppo lievi o effettuati troppo tardi, dato che i partecipanti con obesità al basale hanno ottenuto pochi benefici cognitivi.

«Il messaggio principale è che le implicazioni dello sviluppo del diabete vanno ben oltre i semplici livelli ematici di glucosio nel sangue e il momento attuale della vita», ha concluso. «Una persona non dovrebbe presumere che se ha il prediabete o il diabete di tipo 2 in fase iniziale, può attendere e utilizzare le terapie solo in seguito, pena il rischio di andare incontro a conseguenze di lunga durata per la salute cerebrale».

 

Di Davide Cavaleri

fonte: Pharmastar

Bibliografia

Carmichael OT et al. Long-term Change in Physiological Markers and Cognitive Performance in Type 2 Diabetes: The Look AHEAD Study. J Clin Endocrinol Metab. 2020 Dec 1;105(12):dgaa591

 

fonte:

Pharmastar

Iscriviti alla Newsletter

Non perdere nessuna notizia, riceverai tutti gli aggiornamenti nella tua casella

Condividi con un amico