Diabete, presto un’insulina in forma orale?

Una forma orale sperimentale di insulina, ha superato con successo una sperimentazione di fase II b.

Una forma orale sperimentale di insulina, ORMD-0801, ha superato con successo una sperimentazione di fase IIb, dimostrando con la dose più bassa testata di ridurre in misura significativa i livelli di emoglobina glicata, senza aumentare l’ipoglicemia o il peso corporeo nel corso di 12 settimane. Lo rende noto Oramed, la compagnia farmaceutica con sede a New York che sta sviluppando il farmaco.

«Riteniamo che l’efficacia dimostrata dalla dose più bassa nel trattamento dei pazienti diabetici dimostri ulteriormente il potenziale di ORMD-0801 come una soluzione di insulina orale sicura, non invasiva ed efficace per milioni di persone affette da diabete in tutto il mondo», ha affermato Nadav Kidron, Ceo di Oramed. «A seguito della conclusione della nostra sperimentazione di fase IIb, siamo entusiasti di continuare la discussione con la Fda in merito al trial clinico di fase III già previsto».

La dose più bassa testata è la più efficace
In uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, i ricercatori hanno analizzato i dati di 78 adulti con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato con ipoglicemizzanti orali. L’obiettivo della sperimentazione era valutare efficacia e sicurezza della nuova insulina orale, oltre che determinarne il dosaggio ottimale per la gestione della malattia.

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a uno di cinque gruppi: 8 mg di insulina orale una volta al giorno, 8 mg due volte al giorno, 16 mg una volta al giorno, 16 mg due volte al giorno e placebo una volta al giorno per 12 settimane. L’endpoint primario di efficacia era una riduzione dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c) alla settimana 12. Dei 65 pazienti inclusi nell’analisi, 57 hanno completato lo studio.

I bracci assegnati alla dose da 8 mg hanno ottenuto riduzioni dell’HbA1c dal basale pari allo 0,81% (aggiustato per il placebo, p=0,028) e allo 0,82% (aggiustato per il placebo, p=0,029), rispettivamente con la singola e la doppia dose giornaliera. Non sono invece state osservate riduzioni dei livelli di emoglobina glicata nei i partecipanti sottoposti alla dose da 16 mg sia una volta che due volte al giorno.

Inoltre, i soggetti con una HbA1c di almeno il 9% al basale e assegnati alla dose da 8 mg di insulina orale una volta al giorno hanno avuto una riduzione dell’1,26% dei livelli di HbA1c entro la settimana 12. Non si sono verificati eventi avversi correlati al farmaco, ipoglicemia o aumento di peso.

«I dati di efficacia statisticamente significativi, abbinati a un profilo di sicurezza caratterizzato dall’assenza di aumenti di peso, nessun aumento degli eventi avversi correlati al farmaco e nessuna ipoglicemia, supportano il potenziale clinico di ORMD 0801» ha commentato il ricercatore principale dello studio Joel Neutel. «Credo che i dati emersi da questa seconda coorte confermino il potenziale impatto benefico dell’insulina orale nel trattamento del diabete in tutto il mondo. I dati combinati delle coorti sottoposte alle dosi più basse mostrano che questo dosaggio sembrerebbe essere quello giusto da valutare nei futuri studi di fase III».

Formulazione che imita il percorso naturale dell’insulina
La formulazione orale di insulina ORMD0801 sfrutta gli eccipienti sia per ostacolare la proteolisi del principio attivo a livello dell’intestino tenue sia per migliorarne la traslocazione attraverso il rivestimento epiteliale intestinale. Una volta superata la parete dell’intestino, l’insulina viene trasportata alla vena portale epatica, imitando il percorso naturale dell’insulina pancreatica endogena, e quindi sottoposta al metabolismo epatico di primo passaggio, prima di essere trasportata nei siti di azione periferici.

«Imitando il naturale processo biologico dell’insulina nei riguardo del fegato, siamo in grado di generare livelli superiori di insulina senza provocare gli effetti collaterali dei trattamenti iniettabili», ha dichiarato lo scorso luglio Miriam Kidron, direttore scientifico di Oramed. «Se nel paradigma di trattamento utilizziamo per prima l’insulina orale, i medici saranno in grado di controllare meglio il diabete dei loro pazienti e, si spera, di posporre o ritardare le iniezioni di insulina».

Oltre all’insulina orale, la compagnia di recente ha completato un piccolo studio di farmacocinetica di fase I su un analogo orale del GLP-1 per il diabete di tipo 2 chiamato ORMD-901 e sta conducendo una sperimentazione clinica esplorativa della durata di 3 mesi con ORMD-0801 per il trattamento della steatoepatite non alcolica. Sta inoltre valutando l’effetto di una capsula orale di leptina per la riduzione del glucagone nel diabete di tipo 1.

di Davide Cavaleri

fonte: Pharmastar

 

 

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Pharmastar

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