Il diabete raddoppia il rischio di insufficienza cardiaca

L'insufficienza cardiaca si verifica più frequentemente tra gli adulti con diabete di tipo 2 rispetto a quelli senza la malattia.

L’insufficienza cardiaca si verifica più frequentemente tra gli adulti con diabete di tipo 2 rispetto a quelli senza la malattia che può essere considerata un fattore di rischio indipendente per lo scompenso. E’ quanto emerge dai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings.

«I partecipanti allo studio affetti da diabete hanno presentato una maggiore incidenza di insufficienza cardiaca durante un periodo di follow-up di 10 anni, anche in assenza di una sottostante disfunzione diastolica», hanno scritto l’autore senior Horng Chen, del dipartimento di malattie cardiovascolari presso la Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota, e colleghi. «Questi risultati suggeriscono che il diabete sia un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di questa condizione e supporta il concetto di cardiomiopatia diabetica».

Le complicanze cardiovascolari possono includere la malattia coronarica, l’ictus, l’aterosclerosi, l’ipertensione e l’insufficienza cardiaca e sono frequenti nelle persone che soffrono di diabete, al punto che circa il 33% degli statunitensi ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca è anche diabetico. Lo sviluppo di questa condizione cardiovascolare in presenza di diabete è particolarmente diffusa nei pazienti più anziani.

Uno statement rilasciato lo scorso giugno dall’American Heart Association ha indicato il diabete di tipo 2 come un fattore di rischio per lo sviluppo di insufficienza cardiaca, affermando che “le tendenze secolari nella prevalenza del diabete mellito e dell’insufficienza cardiaca prevedono un crescente carico di malattia e sottolineano la necessità di strategie terapeutiche efficaci”. Il documento sottolineava anche l’importanza di un approccio multidisciplinare per la cura dei pazienti affetti da entrambe le condizioni.

Uno studio di popolazione statunitense
Utilizzando i dati di oltre 2mila adulti raccolti tra giugno 1997 e settembre 2000 dal Rochester Epidemiology Project, Chen e colleghi hanno identificato 116 adulti con diabete (età media 66,6 anni, 42% donne) e 232 adulti senza diabete abbinati per età, sesso, funzione diastolica, ipertensione e stato di malattia coronarica (età media 66,6 anni, 42% donne). I ricercatori hanno stabilito la patologia valvolare al basale, la struttura cardiaca, la funzione diastolica e sistolica con l’ecocardiografia. Hanno poi seguito i partecipanti per un tempo medio di 10,8 anni.

I partecipanti con diabete presentavano una percentuale significativamente più elevata di obesità (50% vs 36%, p=0,01), indice di massa corporea (BMI) medio (29 vs 31 kg/m2, p=0,001), insulina sierica (8,5 vs. 5,8 μU/ml, p˂ 0,001) e livelli sierici di glucosio (130 vs 95 mg/dl, p˂0,001). Il rapporto E/e’ medio era 9,7 per i soggetti con diabete vs 8,5 per quelli senza (p<0,001). Confrontando i gruppi non è emersa alcuna variabilità per i parametri frazione di eiezione, dimensione atriale sinistra o disfunzione diastolica.

Il rapporto E/e’ è il metodo di misurazione ecocardiografica più frequentemente utilizzato per stimare la pressione di riempimento del ventricolo sinistro. Confronta la velocità del flusso mitralico diastolico precoce (E) e la velocità anulare mitralica (e′).

Maggior rischio di insufficienza cardiaca con il diabete
«Questi risultati ecocardiografici suggeriscono che, nella nostra coorte, la struttura cardiaca è simile tra i due gruppi» hanno commentato gli autori. «Nonostante questo, il gruppo con diabete ha evidenziato un maggior rischio di sviluppare insufficienza cardiaca durante il periodo di follow-up, suggerendo quindi un’associazione tra le due condizioni».

L’insufficienza cardiaca si è verificata nel 21% dei partecipanti con diabete e nel 12% di quelli senza dopo 10 anni. Rispetto ai partecipanti sani, i diabetici avevano un rischio di scompenso 2,1 volte superiore (HR=2,1).

Tra i partecipanti senza disfunzione diastolica, l’insufficienza cardiaca si è verificata nel 13% dei soggetti diabetici e nel 7% di quelli sani dopo 10 anni (HR=2,5).

«Il diabete è un fattore di rischio indipendente, e nel tempo è associato allo sviluppo di insufficienza cardiaca», hanno concluso gli autori. «Abbiamo anche dimostrato che i partecipanti affetti da diabete hanno maggiori probabilità di sviluppare questa condizione rispetto ai non diabetici, anche in assenza di disfunzione diastolica».

«La nostra speranza è che questo studio fornisca una solida base per ulteriori indagini sul diabete e sull’insufficienza cardiaca. C’è ancora molto da imparare e studiare su questa associazione e su come diagnosticare e trattare al meglio questa condizione» ha aggiunto Chen.

di Davide Cavaleri

fonte: Pharmastar

Bibliografia
Klajda MD et al. Diabetes Mellitus Is an Independent Predictor for the Development of Heart Failure. Mayo Clin Proc. 2019.

fonte:

Pharmastar

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