Il prediabete negli anziani non sempre progredisce verso il diabete

Le persone di 60 anni o più con prediabete spesso non sviluppano il diabete vero e proprio. A dirlo è un nuovo studio pubblicato sul Journal of Internal Medicine. «La progressione verso il diabete non è l’unica destinazione» afferma il primo autore Ying Shang del Karolinska Institutet, in Svezia. Sono circa 352 milioni gli adulti nel mondo che hanno la glicemia alta (HbA1c tra 5,7% e 6,4%), ma non abbastanza da essere considerati affetti da diabete (HbA1c di 6,5% o oltre) ed è stato stimato che nel 2045 questa popolazione rappresenterà l’8,3% degli adulti, ovvero circa 587 milioni di individui. Lo studio ha coinvolto 2.575 persone senza diabete con almeno 60 anni. Nei 12 anni di follow-up, tra i partecipanti con alti livelli di glicemia (n=918, 36%), solo il 13% (n=119) ha sviluppato il diabete, mentre il 22% (n=204) ha ottenuto livelli abbastanza bassi da non essere più considerato come affetto da prediabete. Inoltre, la bassa pressione sistolica, l’assenza di malattie cardiache e la perdita di peso hanno agevolato la remissione dal prediabete alla normoglicemia. Al contrario, l’obesità ne ha accelerato la progressione verso il diabete. «Quest’ultima scoperta può aiutare a identificare le persone ad alto rischio di progredire verso il diabete e suggerisce possibili strategie per raggiungere la normoglicemia negli adulti più anziani con prediabete» spiega Shang. Un limite dello studio, il cui obbiettivo non è stato di determinare il perché l’elevata glicemia porti o meno al diabete, è stato lo scarso numero di partecipanti con prediabete. Di conseguenza, per confermare i risultati saranno necessarie ulteriori e più ampie ricerche. «Avendo più informazioni sullo stile di vita e sul trattamento, sarebbe possibile identificare meglio i modelli che hanno permesso ai pazienti di perdere peso con successo o di abbassare la pressione del sangue, in modo da ridurre potenzialmente il rischio di diabete» afferma Brandon Stacey, della Wake Forest University School of Medicine, negli Stati Uniti, non coinvolto nello studio. I risultati ottenuti potrebbero motivare le persone con prediabete a controllare peso, dieta, esercizio o sonno. Un approccio difficile da mantenere a lungo termine, ma, come spiega Ron Ruby, del Mary Medical Center, negli Stati Uniti potenzialmente sufficiente per prevenire la progressione al diabete.

J Intern Med. 2019 Jun 4. doi: 10.1111/joim.12920.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31165572

 

Fonte notizia: Doctor33

fonte:

Doctor33

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