Retinopatia diabetica non proliferativa, aflibercept riduce la perdita della vista dopo un anno di terapia

Nei pazienti con retinopatia diabetica non proliferativa grave, il trattamento precoce con il farmaco iniettivo anti-VEGF (anti-vascular endothelial growth factor), ha mostrato di poter ridurre la gravità della malattie e prevenirne le gravi complicanze che impattano sulla capacità visiva.

Nei pazienti con retinopatia diabetica non proliferativa grave, il trattamento precoce con aflibercept, farmaco iniettivo anti-VEGF (anti-vascular endothelial growth factor), ha mostrato di poter ridurre la gravità della malattie e prevenirne le gravi complicanze che impattano sulla capacità visiva. Sono i nuovi risultati a un anno dello studio di fase III PANORAMA, presentati al simposio Angiogenesis, Exudation e Degeneration che si è tenuto a Miami, in Florida.

La retinopatia diabetica colpisce circa 8 milioni di persone ed è caratterizzata da danni microvascolari ai vasi sanguigni della retina, spesso causati da un controllo insufficiente della glicemia nei diabetici. La malattia inizia generalmente come retinopatia diabetica non proliferativa (NPDR, non-proliferative diabetic retinopathy) che spesso non mostra segni o sintomi. La NPDR può progredire verso la retinopatia diabetica proliferativa (PDR), uno stadio della malattia in cui sulla superficie della retina e nella cavità vitreali si sviluppano vasi sanguigni anomali che possono portare a una grave perdita della vista.

L’edema maculare diabetico (DME, diabetic macular edema) può verificarsi in qualsiasi fase della DR poiché i vasi sanguigni nella retina diventano sempre più fragili e perdono liquido, causando potenzialmente danni alla vista. Negli Stati Uniti circa 1,5 milioni di adulti hanno ricevuto la diagnosi di DME, ma sono circa 3,5 milioni le persone con retinopatia diabetica senza DME.

Lo studio PANORAMA
Si tratta di un trial clinico randomizzato di fase III in corso, della durata di due anni, che ha coinvolto 402 pazienti con NPDR.

«PANORAMA è il primo studio prospettico che coinvolge pazienti affetti da NPDR grave senza edema maculare diabetico (DME) dai tempi del trial studio ETDRS (Early Treatment Diabetic Retinopathy Study), che risale agli anni ’80, quando il laser era l’unica opzione di trattamento», ha detto il ricercatore Charles Wykoff, oftalmologo presso il Retina Consultants di Houston, un centro specializzato nel trattamento delle patologie a carico della retina.

I pazienti sono stati randomizzati in 3 gruppi 1: 1: 1 a ricevere aflibercept una volta ogni 8 settimane (n = 134), una volta ogni 16 settimane (n = 135) o una iniezione di placebo (n = 133). L’endpoint primario era la percentuale di pazienti con un miglioramento di almeno due livelli nel punteggio DRSS (Diabetic Retinopathy Severity Scale) rispetto al basale. I ricercatori hanno anche valutato il miglioramento della percentuale di compolicanze pericolose per la vista.

Miglioramento della malattia e meno complicanze dannose per la vista
I risultati dello studio hanno mostrato che il 65% e l’80% dei pazienti trattati con aflibercept rispettivamente a 16 settimane o 8 settimane, ha migliorato il punteggio DRSS di almeno 2 livelli rispetto al basale dopo 52 settimane di trattamento, un risultato ottenuto solo dal 15% dei pazienti nel gruppo di controllo (p<0,0001).

Inoltre solo il 10 e l’11% dei pazienti nei bracci di trattamento ha sviluppato un evento pericoloso per la vista, rispetto al 41% dei controlli (p<0,0001).

«Senza trattamento, una grande percentuale di pazienti nello studio ha sviluppato malattia proliferativa e CI-DME (central involved diabetic macular edema) nel primo anno», ha continuato Wykoff. «Aflibercept ha ridotto il rischio di questi eventi di circa il 74% rispetto al placebo, sottolineando la potenziale importanza del trattamento precoce con questa terapia anti-VEGF. Un’efficacia osservata anche con un regime di trattamento ogni 16 settimane dopo le dosi di attacco, un approccio gestionale che può realisticamente essere replicato nella pratica clinica».

Gli eventi avversi del trattamento sono stati coerenti con il profilo clinico del farmaco. Solo un paziente ha riportato eventi avversi gravi correlati al trattamento e un altro ha riportato infiammazione oculare.

I nuovi dati completano i risultati PANORAMA a un anno presentati lo scorso ottobre al congresso dell’American Academy of Ophthalmology. All’epoca, David Brown, direttore della ricerca al Retina Consultants aveva affermato in un’intervista che «se gli anti-VEGF hanno risposto ai bisogni dei pazienti affetti da malattie debilitanti della vista come NPDR, DME e la degenerazione maculare legata all’età (AMD), il prossimo obiettivo della ricerca clinica riguarderà i dispositivi a rilascio prolungato».

I risultati dello studio supportano la “supplemental Biologics License Application (sBLA)” per aflibercept come trattamento per la retinopatia diabetica sottoposta alle autorità regolatorie statunitensi da Regeneron Pharmaceuticals, in merito alla quale la Fda comunicherà una decisione il prossimo 13 maggio.

Davide Cavaleri

 

fonte:

PHARMASTAR

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