Un uovo al giorno non aumenta il rischio cardiovascolare

Nuovi dati mostrano che un consumo moderato di uova (uno al giorno) non modifica il rischio cardiovascolare.

L’abitudine, più americana e nordeuropea che mediterranea, di mangiare uova a colazione ha fatto di questo alimento un “sorvegliato speciale” per il suo alto contenuto di colesterolo e il possibile impatto di un consumo abituale sul rischio cardiovascolare.

Nuovi dati su questo argomento arrivano da uno studio da poco pubblicato sul British Medical Journal. Si tratta di un’ampia metanalisi e revisione sistematica di studi precedenti, che coinvolgono ampie coorti di donne e uomini egli Stati Uniti, in Europa e in Asia, allo scopo di stabilire se ci sia un’associazione tra assunzione di uova e rischio di malattie cardiovascolari.

La conclusione è che un consumo moderato di uova (uno al giorno) non modifica il rischio cardiovascolare. Per le coorti asiatiche si è trovata addirittura una lieve associazione inversa, cioè un consumo regolare moderato di uova potrebbe avere un effetto positivo sul rischio CV.

Lo studio

Jean-Philippe Drouin-Chartier e colleghi della Harvard T H Chan School of Public Health, Boston (USA) hanno rivisto i dati raccolti con il Nurses’ Health Study (NHS, 1980-2012), il NHS II (1991-2013), e l’Health Professionals’ Follow-Up Study (HPFS, 1986-2012). Questi studi hanno seguito rispettivamente 83.349 donne (NHS), 90.214 donne (NHS II) e 42.055 uomini (HPFS), senza malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 o tumori alla partenza degli studi. A questi dati si è aggiunta la metanalisi di 28 studi prospettici, con un totale di 1,7 milioni di partecipanti.

In 32 anni di follow up nelle tre coorti si sono verificati 14.806 casi di malattie cardiovascolari. Nell’analisi statistica multivariata, il consumo di almeno un uovo al giorno non è stato associato al rischio di malattia cardiovascolare dopo aggiustamento per stile di vita e fattori dietetici associati all’assunzione di uova (HR per almeno un uovo al giorno vs meno di un uovo al mese 0,93,  IC 95% 0,82 – 1,05).

La metanalisi successiva non ha mostrato differenze significative tra i risultati degli studi americani e quelli europei, mentre dal continente asiatico arriva l’indicazione che il consumo moderato regolare di uova potrebbe leggermente abbassare il rischio CV.

I commenti

Gli autori precisano di aver trovato una notevole eterogeneità tra gli studi condotti. Per quanto riguarda le analisi dei sottogruppi solo nelle persone con diabete di tipo 2, un elevato consumo di uova è associato a un rischio più elevato di malattie cardiovascolari.

La diversità dei risultati di altri studi, che invece hanno trovato un’associazione tra consumo di uova e rischio cardiovascolare, secondo gli autori può essere attribuibile alla mancanza di controllo simultaneo di altri fattori alimentari (come il consumo di carne rossa) e dell’indice di massa corporea, che può portare a una sopravvalutazione dell’associazione tra uova e rischio CV.

Infine, gli autori considerano tra i principali punti di forza di questa ricerca le grandi dimensioni del campione e la lunga durata del follow-up. Tra i limiti dello studio c’è il fatto che le coorti comprendono professionisti della salute e quindi i risultati potrebbero non essere generalizzabili alla popolazione generale, anche se i dati comunicati dai partecipanti sono più affidabili.

Ultima modifica: 20 Aprile 2020

Alessandro Visca

Giornalista professionista specializzato in editoria medico­­­­-scientifica, editor, formatore.

fonte: medicopaziente.it

 

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