Covid-19, l’infezione potrebbe accelerare l’esordio di diabete specie tra i non vaccinati

E’ possibile che l'infezione da Covid funzioni da acceleratore del diabete in soggetti già a rischio.

Una lettera di ricerca pubblicata su JAMA Network Open, primo autore Alan Kwan dello Smidt Heart Institute al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles suggerisce che l’infezione da SARS-CoV-2 possa aumentare il rischio di diabete, specie tra i non vaccinati. In altri termini, è possibile che l’infezione funzioni da acceleratore della malattia in soggetti già a rischio che, in assenza del COVID-19, avrebbero sviluppato la malattia in epoca futura.

«Nelle prime fasi della pandemia, le persone che avevano superato l’infezione avevano un rischio maggiore di malattie cardiometaboliche di nuova insorgenza, tra cui diabete, ipertensione e iperlipidemia, mentre nell’attuale fase pandemica, dominata da varianti Omicron meno virulente, non è chiaro se il rischio cardiometabolico dopo l’infezione da SARS-CoV-2 persista o si sia attenuato, né se l’aver fatto il vaccino o meno sia associato a tali rischi» scrivono gli autori, che per fare chiarezza hanno esaminato le cartelle cliniche di 23.709 pazienti adulti infettati dal virus e trattati all’interno al Cedars-Sinai Health System di Los Angeles nel periodo 2020-2022. E a conti fatti, dai dati raccolti emerge che il rischio di diabete di tipo 2 (DM2) dopo il COVID, stimato globalmente nei pazienti vaccinati e non è stato del 2,1%, mentre il rischio di DM2 post COVID nei non vaccinati e nei vaccinati è stato rispettivamente del 2,7% e dell’1%.

«Questi risultati suggeriscono che la vaccinazione prima dell’infezione possa avere un effetto protettivo contro il diabete, sebbene siano necessari ulteriori studi per convalidare l’ipotesi» riprende Kwan, spiegando che le tendenze e gli schemi osservati analizzando i dati suggeriscono che il OVID-19 potrebbe agire in certi contesti amplificando il rischio di una diagnosi che gli individui avrebbero potuto altrimenti ricevere più tardi nella vita». E conclude: «In altre parole, invece di ricevere una diagnosi di diabete all’età di 65 anni una persona con un rischio preesistente di diabete potrebbe, dopo un’infezione da COVID-19, avere maggiori probabilità di sviluppare il diabete all’età di 45 o 55 anni».

JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamannetworkopen.2022.55965
http://doi.org/10.1001/jamannetworkopen.2022.55965

Fonte: Doctor33

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Doctor33

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