Diabete 2, l’endoscopia elimina il bisogno di insulina

Il ringiovanimento del rivestimento duodenale associato all'uso di semaglutide sembra possa ridurre l'insulino-resistenza.

Si chiama ReCet, Re-Cellularization via Electroporation Therapy, la seduta endoscopica di 60 minuti in cui vengono inviati impulsi elettrici controllati per modificare le strutture endoteliali della prima parte dell’intestino tenue allo scopo di consentire ai pazienti con diabete di tipo 2 (T2D) di interrompere l’assunzione di insulina mantenendo comunque il controllo glicemico.

Re-Cet è stata proposta dallo studio pilota a braccio singolo EMINENT, svolto su 14 pazienti con T2D e presentato alla Digestive Disease Week 2023 svoltasi a Chicago tra il 6 e il 9 maggio, in cui gli autori hanno valutato sicurezza, fattibilità ed efficacia della procedura endoscopica associata alla somministrazione di semaglutide, un antidiabetico GLP1 agonista. «Il T2D viene di solito trattato con una varietà di farmaci, tenendo l’insulina come ultima risorsa» spiega Jacques Bergman, coordinatore dello studio e responsabile dell’endoscopia presso l’Amsterdam University Medical Center, sottolineando alcune difficoltà della terapia medica: il costo di certi farmaci, le ipogliemie minacciose, noto evento avverso delle iniezioni di insulina, l’eventuale incremento ponderale e la necessità di assumere il farmaco tutti i giorni. Per superare questi ostacoli è stata messa a punto la procedura ReCET, che usa per via endoscopica l’elettroporazione, un fenomeno fisico che determina la permeabilizzazione delle membrane cellulari attraverso l’applicazione di impulsi elettrici, per ablare lo strato superficiale della mucosa nell’intestino tenue.

«L’ipotesi di lavoro è che il ringiovanimento del rivestimento duodenale associato all’uso di semaglutide possa ridurre l’insulino-resistenza nel T2D, causa principale della malattia» riprende Bergman. I risultati? L’86% dei pazienti ha mantenuto un buon controllo glicemico senza insulina per un anno, suggerendo che il miglioramento sia correlato alla procedura e non solo alla semaglutide. «Questi risultati aprono la strada a studi controllati e randomizzati in doppio cieco per testare Re-Cet su casistiche più ampie» concludono gli autori.

fonte: Doctor33

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Doctor33

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