Diabete, carboidrati, grassi e proteine: è difficile capire come agiscano realmente sul controllo

Secondo uno studio pubblicato su Diabetic Medicine, è difficile formulare linee guida per i diabetici basate sugli alimenti a partire da studi sui macronutrienti, e l'educazione dei pazienti dovrebbe mirare ad aiutare le persone a scoprire un approccio dietetico ottimale per ciascuno.

Secondo uno studio pubblicato su Diabetic Medicine, è difficile formulare linee guida per i diabetici basate sugli alimenti a partire da studi sui macronutrienti, e l’educazione dei pazienti dovrebbe mirare ad aiutare le persone a scoprire un approccio dietetico ottimale per ciascuno. «La ricerca sul diabete tende a riflettere gli interessi del mondo accademico o dell’industria farmaceutica, piuttosto che quelli di persone che convivono con il diabete di tipo 2. La James Lind Alliance è stata fondata per cambiare queste priorità, e lo fa unendo pazienti e operatori sanitari per definire le priorità di ricerca. Le 10 priorità di ricerca identificate nel diabete di tipo 2 includono argomenti e fattori di stile di vita» spiega Pamela Dyson, dell’OCDEM, University of Oxford, Regno Unito, prima autrice dello studio.

Per meglio valutare il ruolo svolto da carboidrati, grassi e proteine nella gestione del diabete di tipo 2, è stata effettuata una revisione della letteratura utilizzando tre database. Gli esiti includevano cambiamenti in HbA1c, peso corporeo, sensibilità all’insulina e rischio cardiovascolare. Ebbene, non vi è stata alcuna prova evidente che esistesse un rapporto ottimale di macronutrienti per migliorare il controllo glicemico o ridurre il rischio cardiovascolare. Le difficoltà principali che gli autori hanno incontrato sono state quelle di comprendere la definizione dell’effetto indipendente della manipolazione dei macronutrienti e l’identificazione degli effetti dei macronutrienti indipendentemente dai cibi e dai modelli alimentari, anche se è apparso chiaro che assumere in maniera esagerata singoli macronutrienti possa essere associato a rischi per la salute. «Chi ha a che fare con il diabete di tipo 2 vorrebbe ricevere una dieta ottimale dettagliata, e sapere in particolare quanti carboidrati, grassi e proteine si dovrebbero mangiare, ma questa domanda non può avere una risposta definitiva per varie ragioni tra cui la difficoltà di determinare l’effetto di un intervento dietetico indipendente dalla perdita di peso, il fatto che manipolare la quantità di un singolo macronutrienti abbia un effetto sui rimanenti due macronutrienti e l’esistenza di una variazione individuale nella risposta delle persone a diversi alimenti e sostanze nutritive» concludono gli autori, che infine sottolineano l’opportunità di utilizzare modelli alimentari piuttosto che focalizzarsi sui singoli nutrienti specifici, come ampiamente dimostrato da studi clinici come quelli sul modello alimentare di tipo mediterraneo per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Diabet Med. 2018 Sep 27. doi: 10.1111/dme.13826 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30264442

fonte:

DOCTOR33

Iscriviti alla Newsletter

Non perdere nessuna notizia, riceverai tutti gli aggiornamenti nella tua casella

Condividi con un amico