Glicemia e peso corporeo ridotti con insulina per inalazione

Negli adulti con diabete di tipo 2, la terapia con una insulina somministrata per via inalatoria, in aggiunta alla terapia di base con insulina glargine, è risultata associata a meno ipoglicemie e a una riduzione del peso corporeo.

Negli adulti con diabete di tipo 2, la terapia con una insulina somministrata per via inalatoria, in aggiunta alla terapia di base con insulina glargine, è risultata associata a riduzioni glicemiche simili a quelle raggiunte con insulina aspart, un minor numero di episodi di ipoglicemia e a una riduzione del peso corporeo, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Endocrine Practice.

«L’insulina Technosphere rappresenta un’alternativa all’insulina iniettabile ad assunzione post-prandiale, soprattutto per quei pazienti che possono preferire la somministrazione inalatoria all’iniezione» ha affermato il primo autore dello studio Byron Hoogwerf, professore di diabete, endocrinologia e metabolismo alla Cleveland Clinic. «Il principale effetto collaterale riscontrato è stato la tosse, di solito non sufficientemente grave da richiedere la sospensione della terapia, e che si riduceva col passere del tempo».

L’insulina Technosphere (brand Afrezza, MannKind Corporation) è stata approvata dalla Fda nel 2014. È una formulazione in polvere secca di insulina umana ricombinante adsorbita su microparticelle con un diametro di ∼2,5 μm, una dimensione ideale per raggiungere i polmoni in profondità. Una volta raggiunta la superficie polmonare, le particelle si dissolvono rapidamente e l’insulina viene assorbita nella circolazione sistemica, garantendo un effetto che si instaura più rapidamente (∼12 minuti) e con una durata d’azione più breve rispetto agli attuali analoghi dell’insulina ad azione rapida per via sottocutanea.

Dettagli dello studio
Il team di ricerca ha condotto uno studio controllato e randomizzato della durata di 24 settimane su 309 adulti di età compresa tra 18 e 80 anni con diabete di tipo 2 da almeno 2 anni, in trattamento insulinico da almeno 3 mesi e con livelli di emoglobina glicata (HbA1c) dal 7 all’11,5%. La sperimentazione prevedeva una fase iniziale di 4 settimane di stabilizzazione delle dosi di insulina glargine.

I partecipanti che avevano assunto meno di 60 dosi giornaliere di insulina sottocutanea prima dello studio hanno ricevuto inizialmente 10 dosi di insulina glargine, 20 se ne avevano assunte 60 o più dosi giornaliere. Al termine delle 4 settimane i pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere insulina per inalazione ad azione rapida più insulina glargine (n = 151) o a un gruppo di controllo trattato con insulina aspart più glargine (n = 158). Le dosi sono state assunte prima di ognuno dei 3 pasti principali, con la possibilità di una dose aggiuntiva in concomitanza con un altro pasto o spuntino.

L’insulina per inalazione è stata somministrata utilizzando il dispositivo MedTone che erogava 15 o 30 U di insulina, dosaggio che poteva essere aumentato fino a 60 U per pasto. Il gruppo aspart ha cominciato con dosi di 4-8 U, che potevano essere aumentate di 2-4 unità in base al monitoraggio domiciliare.

Riduzione della glicemia e del peso corporeo
Con l’insulina inalatoria i livelli medi di emoglobina glicata sono diminuiti dall’8,9% al 7,9%, mentre nel gruppo di controllo sono scesi dal 9% al 7,7%, con una differenza dello 0,26% non statisticamente significativa.

Il gruppo insulina inalatoria ha ottenuto una riduzione media del peso corporeo di 0,78 kg durante lo studio, a fronte di un aumento medio di 0,23 kg (p=0,0007) nei controlli. La dose media giornaliera di insulina glargine era sovrapponibile nei due gruppi, senza che venissero rilevate differenze nella chimica del sangue o nei profili lipidici.

Un numero inferiore di partecipanti nel gruppo insulina inalatoria ha riportato almeno un evento ipoglicemico durante lo studio rispetto alla coorte di controllo (43% vs 54%, p=0,035). Tra i primi, in 29 hanno riportato almeno un episodio di tosse rispetto a 6 nel gruppo insulina aspart. Nell’87% dei soggetti la tosse si manifestava con episodi singoli o intermittenti mentre in 6 casi la tosse era continua.

«Le riduzioni della HbA1C, il numero leggermente inferiore di eventi ipoglicemici e le differenze nel peso corporeo sono tutti aspetti rilevanti da una prospettiva clinica e sosterrebbero l’uso dell’insulina inalatoria come opzione per controllare la glicemia nei pazienti che necessitano di assumere insulina al pasto» hanno commentato gli autori. «Disporre di più modalità di somministrazione prandiale di insulina è importante perché non esiste una terapia valida per tutti. Le preferenze del paziente, lo stile di vita, le preoccupazioni relative alla variabilità del sito di iniezione e l’onere della gestione della malattia sono questioni che devono essere considerate, oltre al miglioramento dei livelli glicemici, quando si opta per una terapia insulinica prandiale».

Utile quando serve una maggiore rapidità d’azione
«L’insulina inalatoria può essere presa in considerazione nei soggetti in cui la rapidità d’effetto sul controllo del glucosio postprandiale può essere utile per la gestione della glicemia», ha detto Hoogwerf. «Anche se non l’abbiamo valutato nello studio, è un effetto dimostrato in ricerche che hanno analizzato i test di tolleranza al pasto rispetto agli analoghi dell’insulina sottocutanea. Sembra che l’insulina Technosphere possa avvicinarsi maggiormente alla risposta fisiologica dell’insulina rispetto ad altre forme iniettabili da assumere al pasto».

«Ci sono dati da piccoli studi che dimostrano come l’insulina Technosphere possa essere somministrata immediatamente prima di un pasto per controllare l’iperglicemia postprandiale», ha aggiunto. «Le ricerche che approfondiranno la questione della rapidità dell’effetto dovrebbero includerne l’uso durante l’iperglicemia acuta, quella postprandiale e il trattamento dell’iperglicemia tramite pompa insulinica».

Bibliografia

Hoogwerf BJ et al. Results of a 24-week trial of technosphere insulin versus insulin aspart in type 2 diabetes. Endocr Pract. 2021 Jan;27(1):38-43.

Davide Cavaleri

fonte: Pharmastar

fonte:

Pharmastar

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