In vista del vaccino per il Covid, il diabete non riduce la risposta anticorpale

Il diabete e l'iperglicemia non sembrano compromettere la risposta anticorpale al virus SARS-CoV-2, suggerendo che nei dibatici un futuro vaccino contro il Covid-19 sarebbe efficace quanto nei soggetti non diabetici.

Il diabete e l’iperglicemia non sembrano compromettere la risposta anticorpale al virus SARS-CoV-2, suggerendo che nelle persone che soffrono di diabete un futuro vaccino contro il Covid-19 sarebbe efficace quanto nei soggetti non diabetici. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Diabetologia.

Lo studio, il primo sulla risposta umorale immunologica contro il virus SARS-CoV-2 in pazienti con iperglicemia, ha coinvolto 480 soggetti con Covid-19 confermato visti in un ospedale italiano tra il 25 febbraio e il 19 aprile. Le risposte anticorpali contro più antigeni SARS-CoV-2 nel 27% dei pazienti con Covid-19 e diabete (preesistente e di nuova diagnosi) erano simili, per quanto riguarda tempi, titoli e classi anticorpali, a quelle dei soggetti infetti ma senza diabete e i risultati non differivano in base ai livelli ematici di glucosio.

La positività per l’immunoglobulina G (IgG) contro il dominio di legame del recettore (RBD, receptor-binding domain) spike SARS-CoV-2 è stata associata a una migliore sopravvivenza, indipendentemente dallo stato del diabete. Inoltre, come mostrato in precedenza, alti livelli di glucosio nel sangue erano fortemente associati a una maggiore mortalità per l’infezione anche nelle persone senza diabete.

«La risposta immunologica a un futuro vaccino sarà valutata quando disponibile. Tuttavia i nostri dati consentono un cauto ottimismo riguardo a un’efficace immunizzazione negli individui con diabete, così come nella popolazione generale» hanno scritto il primo autore dello studio Vito Lampasona e colleghi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano, Italia.

Diabete e iperglicemia peggiorano gli esiti del Covid-19
I ricercatori hanno analizzato la presenza di tre tipi di anticorpi contro più antigeni SARS-CoV-2 in 509 partecipanti: le IgG che provano un’infezione passata, le IgM che indicano un’infezione più recente o in corso e le IgA che sono coinvolte nella risposta immunitaria della mucosa, come quella del naso attraverso cui il virus entra nell’organismo.

Nel complesso nel corso del follow-up l’88,8% dei pazienti è stato ospedalizzato, il 15,5% è stato ammesso in terapia intensiva e il 18,3% è deceduto.

Dei 139 pazienti con diabete, 90 (17,7% della coorte di studio) avevano già una diagnosi di diabete e 49 (9,6%) avevano una nuova diagnosi. I soggetti diabetici erano più anziani, avevano un indice di massa corporea (BMI) più alto e avevano maggiori probabilità di avere comorbidità cardiovascolari, ipertensione e malattia renale cronica. Come riportato in precedenza per la concomitanza di diabete e Covid, il primo è stato anche associato a livelli più elevati di biomarcatori infiammatori, ipercoagulopatia, leucocitosi e neutrofilia.

Nell’ analisi multivariata, lo stato del diabete (rapporto di rischio [HR] 2,32, p=0,001), il glucosio plasmatico medio a digiuno (p<0,001) e la variabilità dei livelli glicemici (p=0,002) erano tutti associati in modo indipendente all’aumento della mortalità e al ricorso alla terapia intensiva. Mentre il glucosio plasmatico a digiuno era associato a un aumento del rischio di mortalità anche tra le persone non diabetiche (p<0,001).

Risposta anticorpale simile nei pazienti con e senza diabete
La risposta umorale contro SARS-CoV-2 nei pazienti con diabete era presente e sovrapponibile in termini di tempi e titoli anticorpali a quella dei pazienti senza diabete, con differenze marginali, e non era influenzata dai livelli di glucosio.

Dopo l’aggiustamento per sesso, età e stato del diabete e stratificazione per la durata dei sintomi al momento del campionamento, lo sviluppo di anticorpi IgG SARS-CoV-2 RBD è stato associato a una migliore sopravvivenza, con un HR di 0,4 (p=0,002) per il tempo al decesso.

«Delle risposte anticorpali misurate, la positività per IgG contro il picco di SARS-CoV-2 RBD era predittiva del tasso di sopravvivenza, sia in presenza che in assenza di diabete» hanno sottolineato gli autori, con HR simili per quelli con diabete (HR 0,37, p=0,013) e senza diabete (HR 0,43, p=0,038).

«Questi dati confermano la rilevanza per il tasso di sopravvivenza del paziente della risposta specifica dell’antigene contro i picchi di RBD anche in presenza di diabete, e sottolineano come il meccanismo alla base di un esito clinico peggiore nei pazienti diabetici non sia correlato alla risposta anticorpale» hanno spiegato, aggiungendo che «Questo fatto, insieme all’evidenza che l’aumento dei livelli di glucosio nel sangue predice una prognosi sfavorevole anche in individui non diabetici e che l’associazione con livelli più elevati di biomarcatori infiammatori e ipercoagulopatia, così come leucocitosi e neutrofilia, supportano la speculazione che il glucosio di per sé potrebbe essere un fattore biologico negativo indipendente, che agisce come un regolatore diretto dell’immunità innata».

«L’aumento della gravità e del rischio di mortalità osservati per la polmonite da Covid-19 nei pazienti con iperglicemia non era il risultato di una risposta umorale ridotta contro il virus» hanno ribadito. «La positività delle IgG RBD è stata associata a un notevole effetto protettivo, consentendo un cauto ottimismo sull’efficacia dei futuri vaccini contro SARS-COV-2 nelle persone con diabete».

di Davide Cavaleri

fonte: Pharmastar

Bibliografia
Lampasona V et al. Antibody response to multiple antigens of SARS-CoV-2 in patients with diabetes: an observational cohort study. Diabetologia (2020).

fonte:

Pharmastar

Iscriviti alla Newsletter

Non perdere nessuna notizia, riceverai tutti gli aggiornamenti nella tua casella

Condividi con un amico