L’eliminazione delle cellule adipose malfunzionanti migliora i sintomi del diabete

Ripulire il tessuto adiposo dalle cellule vecchie e disfunzionali riduce i sintomi del diabete.

Ripulire il tessuto adiposo dalle cellule vecchie e disfunzionali riduce i sintomi del diabete, secondo quanto scrive un gruppo di ricercatori dell’Università del Connecticut (UConn) in un articolo pubblicato su Cell Metabolism. «Nell’organismo il ricambio cellulare è continuo: le cellule più vecchie invecchiano e muoiono mentre ne nascono di nuove. Ma a volte le cellule danneggiate e senescenti persistono, influenzando negativamente il metabolismo glucidico o proteico» esordisce il coordinatore dello studio Ming Xu, professore associato all’UConn Center on Aging, che assieme ai colleghi ha verificato l’efficacia di un’associazione di farmaci sperimentali, dasatinib e quercetina, che avevano già dimostrato di prolungare la durata della vita e la buona salute nei topi anziani.

In questo studio, invece, hanno scoperto che i due farmaci possono eliminare le cellule senescenti da colture di grasso donato da individui obesi con malattie metaboliche tra cui il diabete. Senza i due farmaci il tessuto adiposo umano ha indotto disturbi metabolici anche nei topi immunodeficienti, mentre dopo il trattamento con dasatinib e quercetina gli effetti dannosi del tessuto adiposo sono stati quasi del tutto eliminati. «Gran parte dei diabetici sviluppa un’insulino-resistenza associata all’obesità, alla mancanza di esercizio fisico e a una cattiva alimentazione» spiega Xu, aggiungendo che la resistenza periferica all’insulina ha anche molto a che fare con le cellule senescenti nel grasso corporeo. «E la loro eliminazione sembra fermare il diabete nei topi obesi. Alleviare gli effetti negativi del grasso sul metabolismo è un importante risultato: la conferma di questi risultati anche negli esseri umani aprirebbe la strada a un trattamento rivoluzionario del diabete» scrivono i ricercatori, che stanno ora utilizzando l’associazione dasatinib-quercetina per capire se i due farmaci possano migliorare il diabete tipo 2 nei pazienti umani. «Sebbene i risultati preclinici siano promettenti, servono studi clinici su larga scala per esaminare l’efficacia e la sicurezza di questi farmaci negli esseri umani» conclude Xu.

Cell Metabolism, 2021; DOI: 10.1016/j.cmet.2021.11.002
http://doi.org/10.1016/j.cmet.2021.11.002

Fonte: Doctor33

 

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Doctor33

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