L’obesità ci fa invecchiare prima. Lo dice studio canadese

L'obesità predispone l'individuo a problemi di salute e alle malattie legate all'età.

L’obesità predispone l’individuo a problemi di salute e alle malattie legate all’età, infatti i meccanismi che favoriscono l’insorgenza precoce delle patologie croniche nell’obesità viaggiano parallelamente a quelli dell’invecchiamento. Sono i risultati di un nuovo studio canadese da poco pubblicato sulla rivista Obesity Review.

A livello globale, si stima che 1,9 miliardi di adulti e 380 milioni di bambini siano in sovrappeso o obesi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, sono più le persone che muoiono per il sovrappeso piuttosto che per il sottopeso.

I ricercatori della Concordia University di Montreal, in Canada, stanno esortando le autorità sanitarie a rivalutare il loro approccio all’obesità, sostenendo che questa condizione dovrebbe essere considerata alla stregua di un invecchiamento precoce.

Lo stato di salute e le comorbidità legate all’obesità rispecchiano infatti quelle dell’invecchiamento e delle malattie legate all’età. Le due condizioni condividono uno spettro simile di fenotipi come la compromissione dell’integrità genomica e della funzione mitocondriale, l’accumulo di macromolecole intracellulari, un indebolimento del sistema immunitario, variazioni nella composizione dei tessuti e dell’intero organismo e una maggiore infiammazione sistemica.

È stato inoltre dimostrato che l’obesità riduce l’aspettativa di vita di 5,8 anni negli uomini e 7,1 anni nelle donne una volta superati i 40 anni, una conseguenza parzialmente attribuibile al fatto che un eccesso di peso accelera l’invecchiamento a livelli multipli, riducendo le capacità cognitive e aumentando le possibilità di sviluppare diabete di tipo 2, Alzheimer, malattie cardiovascolari, cancro e altre patologie.

Il team guidato da Sylvia Santosa, professore associato di salute, kinesiologia e fisiologia applicata della Concordia University, ha esaminato oltre 200 articoli che valutavano gli effetti dell’obesità, dal livello cellulare all’organismo nel suo complesso. «Stiamo cercando di sostenere in modo esauriente il fatto che l’obesità è parallela all’invecchiamento» ha spiegato Santosa. «In effetti, i meccanismi con cui si sviluppano le comorbidità delle due condizioni sono molto simili».

Dall’influenza molecolare alle patologie
A livello molecolare, sia l’obesità che l’invecchiamento promuovono la senescenza cellulare, l’infiammazione e la disfunzione mitocondriale attraverso uno squilibrio ossidoriduttivo e un’insufficiente autofagia, così che un accumulo di mitocondri mal funzionanti nell’obesità porta a un’infiammazione cronica. L’inibizione dell’autofagia provoca un’ulteriore aggregazione di proteine ​​mal ripiegate, che sono caratteristiche comuni dell’invecchiamento.

Nell’obesità si osserva anche una alterazione dei telomeri (piccole porzioni di Dna con un ruolo protettivo che si trovano alla fine di ogni cromosoma e che impediscono all’elica di sfibrarsi), che possono essere più lunghi di oltre il 25% rispetto a quelli osservati nei soggetti di controllo, un’altra caratteristica dell’invecchiamento. Questi cambiamenti molecolari e cellulari condivisi dalle due condizioni hanno un impatto profondo sulla salute umana, accelerando lo sviluppo delle malattie legate all’età.

Infatti, in modo simile all’invecchiamento, l’obesità è stata associata a un indebolimento del sistema immunitario, al declino cognitivo, a una ridotta mobilità e all’ipertensione. Aumenta anche la suscettibilità alle infezioni, poiché è stato dimostrato che le persone obese sono più sensibili all’influenza e ai suoi sintomi e sono meno protette con la vaccinazione.

Inoltre, non solo l’obesità aumenta il rischio di malattie legate all’età tra cui il diabete di tipo 2, la sarcopenia (una condizione solitamente associata all’invecchiamento che comporta un declino progressivo della forza e della massa muscolare), la dermatite atopica e il cancro, ma lo fa attraverso meccanismi comuni all’invecchiamento.

Scoperte recenti hanno evidenziato che l’obesità è associata a profonde alterazioni del microbiota intestinale e del metaboloma. È per esempio correlata a un livello ridotto di bilirubina, un metabolita antiossidante e antinfiammatorio. Si ipotizza che specifiche popolazioni batteriche siano responsabili dell’aumentato catabolismo della bilirubina nei soggetti obesi. «La ricerca futura dovrebbe esaminare come l’obesità acceleri l’invecchiamento attraverso l’interferenza con connessione tra microbiota e metaboloma» hanno scritto gli autori.

Un modo diverso di considerare l’obesità
Santosa ha affermato di avere avuto l’ispirazione per questo studio quando si è resa conto di quanti bambini obesi stavano sviluppando malattie più tipiche dell’età adulta, come ipertensione, colesterolo alto e diabete di tipo 2, e quando ha notato che si trattava di comorbidità simili a quelle legate all’invecchiamento.

«C’è sicuramente qualcosa che sta accadendo nell’obesità che sta accelerando il nostro processo di invecchiamento» ha affermato. «Spero che queste osservazioni focalizzeranno di più il nostro approccio alla comprensione dell’obesità e allo stesso tempo ci consentano di considerarla in modo nuovo. Stiamo ponendo domande diverse rispetto a quelle che sono state poste tradizionalmente».

Bibliografia

Tam BT et al. Obesity and ageing: Two sides of the same coin. Obesity Reviews. 05 February 2020.

di Davide Cavaleri

Fonte: Pharmastar

 

fonte:

Pharmastar

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